Mona Lisa Tina

(Francavilla Fontana, Brindisi, 1977)
Mona Lisa Tina vive e lavora a Bologna.
È artista visiva, arte terapeuta, docente e referente didattico del Corso Triennale “NUOVE ARTI TERAPIE” – Indirizzo Arti Visive e Performative – sede di Bologna.
Mona Lisa Tina pone al centro di tutta la sua indagine artistica il Corpo come luogo di continui processi trasformativi psichici e fisici. Le sue azioni propongono rituali simbolici entro cui viene esposta una fisicità “alternativa”, che si libera dai modelli di bellezza standardizzati. Il suo Corpo diviene così lo spazio di incontro, ascolto di interazione reale con l’Altro.
Ha esposto in differenti musei in Italia e all’estero e in gallerie e spazi di ricerca di arte contemporanea, tra questi: Residenza delle Arti – Ambasciata d’Italia, Berna (Svizzera), Kunstlerhaus (Hannover), Museo MACRO Testaccio/Asilo (Roma), Museo Carlo Zauli, Faenza (RA), nm>gallery (Monaco). Ha preso parte a diverse pubblicazioni.
Io non ho vergogna. Itinerante
Performance diffusa di Mona Lisa Tina
CONNEXXION ospita la prima tappa del progetto itinerante Io non ho vergogna di Mona Lisa Tina, performer e arteterapeuta già invitata dalla curatrice Livia Savorelli, in occasione della prima edizione del Festival nel novembre 2022, a realizzare la suggestiva performance, Tra Te e me nella Cappella dell’ex Ospedale San Paolo di Savona.
Io non ho vergogna. Itinerante è un progetto relazionale e partecipativo incentrato sul coinvolgimento del pubblico e del tessuto urbano, proposto in fase “embrionale” nel 2014 a Genova in occasione del Festival Teoremi, manifestazione a cura di Giulia Casalini, fondatrice e curatrice dell’Archivio Queer Italia.
Lo sviluppo del progetto, in linea con la poetica della manifestazione legata al tema della Libertà su più livelli di lettura, prevede la selezione di 10-15 città rappresentative del nostro Paese, con una particolare attenzione alla complessità sociale delle stesse. Savona apre le fila di questo progetto itinerante, in qualità di prima città ospitante.
L’azione, che si realizzerà in diversi luoghi della città di Savona – senza alcuna costrizione e in assenza di giudizio – con le persone incontrate per la strada per la prima volta. La dinamica, basata sul contatto fisico delle mani e l’incontro degli sguardi, permette una condivisione autentica ed emotiva di “confessione” reciproca di una propria esperienza, mai svelata fino a quel momento e taciuta da tempo.
L’incontro con l’altro e la messa a nudo di una propria fragilità implica la possibilità di svelare e, allo stesso modo, superare un proprio “segreto” oltrepassando le molte sovrastrutture culturali di cui è intrisa la nostra contemporaneità.
Sono state attivate, nella fase che precede il festival, partnership con diverse associazioni del savonese, chiamate a raccogliere in modalità totalmente anonima le testimonianze dei propri associati, attraverso degli audio raccolti, attraverso messaggi vocali di whatsapp, su un numero dedicato al progetto. Le “vergogne” raccolte durante la performance si sommeranno a quelle giunte da remoto attraverso gli strumenti digitali e daranno vita a una traccia audio intensa, come un rituale umano collettivo, che simbolicamente verrà “liberata” con un sistema di amplificazione all’interno dell’ex Carcere Sant’Agostino.