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mCLp studio e Daniele Nitti Sotres

mCLp studio e Daniele Nitti Sotres

MCLp studio
Gli studi da cui arriva MrCorto (Gabriele Resmini) per approdare al mondo ceramico sono di Architettura e Design, dodici anni di scenografia teatrale e studi nel campo della grafica e della moda. LucaPi (Luca Pellegrino) invece approda alla ceramica direttamente dalla specializzazione di torniante presso la Scuola Comunale di Ceramica con il Maestro Guido Garbarino. Incominciano a collaborare ad Albisola nei locali di Officina900 nel 2019 coniugando i progetti, la tecnica e i concetti di entrambi. La ricerca concettuale del lavoro, con un accennato gusto per le monocromie, si fonda sulla elaborazione della forma scultorea, sulla semplificazione della linea e dei piani che compongono la figura finale. Le radici storico artistiche di Albisola, paese di tradizione ceramica, diventano la spinta che stimola il superamento della decorazione e la destrutturazione delle forme del passato e di tutto ciò che di conosciuto li circonda.

www.mclpart.com

Daniele Nitti Sotres
Daniele Nitti Sotres, scultore italo-spagnolo, nasce a Milano nel 1977. Diplomato in Scenografia e Scultura, Master in Landscape Design. Durante gli studi accademici scopre un forte richiamo verso la materia e l’energia emanata da essa, questo richiamo lo spinge ad allontanarsi dalla finzione scenografica per instaurare un dialogo sempre più intimo e stretto con l’energia primaria del fare scultoreo e i materiali di origine naturale. Indaga le differenti possibilità d’intervento scultoreo e le relazioni con lo spazio, da quello intimo e di piccole dimensioni dove poter dialogare ed interrogare i materiali, passando allo sviluppo di installazioni temporanee ambientali sino alla realizzazione di sculture permanenti di scala monumentale. Dal 2004 espone in mostre collettive e personali in Italia e all’estero.

www.danielenittisotres.it

mCLp studio – COLLABORAZIONE
La collaborazione è nata da una necessità condivisa, un desiderio di cercare l’urlo, l’esplosione tanto destabilizzante quanto necessaria utilizzando i nostri linguaggi artistici fondendoli e ponendoli in dialogo. Le possibilità nel descrivere un sentimento comune attraverso diversi linguaggi artistici frutto di percorsi diversi ha fin da subito mostrato interessanti risultati. Il primo obiettivo è stato quello di lavorare insieme sull’immaterialità dell’urlo, lavorare sul vuoto attraverso il pieno della scultura, dell’argilla e del metallo. Il secondo obiettivo è stato quello di riflettere sul rapporto del fruitore con l’opera. Il nostro intento è stato quello di creare una scultura-dispositivo capace di risonanza.

ZERØ. Concept
“in questo tempo di silenzio, gridare è rivoluzionario”

Nel cosmo, al grido umano corrisponde pariteticamente un rumore spropositato, un albero che cade, un terremoto, il ghiaccio che si spacca, una mareggiata, un vulcano che erutta. Cariche energetiche che sfogano in un atto potente che crea, a sua volta, nuove reazioni anche a distanza di tempo e spazio. Si tratta di un disequilibrio che scatena l’esplosione di una carica accumulata nel tempo. L’urlo, il grido, consiste nell’esternazione di ciò che non può più essere contenuto. Un atto caratterizzato da un suono fragoroso capace di cambiare inevitabilmente la realtà, nulla rimane come prima. In un rapporto consequenziale, dove non sempre l’effetto dell’azione è diretto e immediato, a volte esiste un fattore umano o un elemento nascosto capace di grande risonanza. Nell’uomo un accumulo di frustrazioni carica una certa dose d’ira, disperazione o sentimenti contrastanti, che per un ulteriore squilibrio sfogano l’urlo. Esso è l’esternalizzazione sonora di un sentimento intimo ed interno, che prende forma in onde sonore fino allo svanire delle stesse. Viviamo in uno stato collettivo di fastidio e rabbia costanti, spesso ci accompagna un intenso desiderio di simbolica esplosione. La reazione che si desidera ottenere tramite il grido giunge separatamente e secondariamente all’atto di sfogo e coinvolge altri sensi, altre emozioni ed altre entità che non dipendono direttamente dall’atto fisico. Il grido coinvolge indirettamente le reazioni psichiche e fisiche dell’altro, è risonanza e affermazione di sé e degli altri, dolore e credo, è capace di caricarsi di istanze politiche, desideri e aspirazioni nonostante la sua caratteristica immaterialità. Abbiamo voluto che il fruitore dell’opera entrasse nella stessa camminando accanto la struttura che sostiene l’urlo accompagnato da uno stato di ansia scaturito dal senso di fragilità dell’opera, come se lo spettatore potesse lui stesso scatenare un’ulteriore esplosione.

ZERØ. Savona Site Specific

L’intervento nasce dall’esperienza diretta degli spazi dell’ex carcere di Savona, luoghi densi di memoria e tensione emotiva. L’opera si sviluppa a partire da una suggestione acustica: il suono, seppur forte, rimbombante e reverberato rimane imprigionato tra le spesse pareti della cella. La percezione del limite – tra dentro e fuori, ombra e luce, silenzio e voce – ha guidato la progettazione dell’installazione. Il visitatore è condotto in un percorso fisico e sensoriale che lo porta ad affrontare frontalmente un “grido” sospeso, per poi voltarsi verso la luce naturale e lo spazio aperto, lasciando che il proprio respiro trovi una via di uscita simbolica, attraverso la materia interrotta dell’opera.